Senegal

Il primo contatto con il Senegal risale al 1999, quando entrammo in contatto con un nascente gruppo di produttori nel campo della sartoria, Yaakaar. Da allora non abbiamo più lasciato questo splendido paese, in cui ci rechiamo con regolarità dal 2002 per seguire i progetti, incontrarci con i produttori, studiare i nuovi campionari. 15 anni in cui abbiamo stabilito relazioni stabili, non solo commerciali, rispettando alla lettera uno dei principi fondamentali del Commercio Equo e Solidale: relazioni durature e stabili!

Spesso affianchiamo all’attività con gli artigiani progetti di cooperazione internazionale , grazie ai quali riusciamo a dare risposta a particolari criticità riscontrate nei territori in cui loro operano, dopo aver condiviso obiettivi e pianificato attività con tutte le parti sociali presenti.

Dal 2012, in collaborazione con Ass. Jakharlo, nostro partner in Senegal, promuoviamo viaggi di conoscenza rivolti a volontari, operatori delle Botteghe del Mondo e turisti responsabile.

Medina e il distretto dei sandali

Nel 2017, a 15 anni dal primo contatto con il quartiere Mèdina di Dakar, abbiamo deciso di sviluppare una prima, piccola importazione di prova di sandali. A Mèdina lavorano artigiani, commercianti, faccendieri di ogni Paese… ma i vecchi abitanti rivendicano di essere Medinoise. Un quartiere che non possiamo descrivere a parole: dovreste abitarlo per innamorarvene od odiarlo. Tra i fabbri, i falegnami, i cyber cafè, i restoraunt, i centri culturali, lo storico stadio… con il profumo del mare che arriva dalla corniche e la puzza di smog… tra le migliaia di piccole attività oltre 1400 aziende familiari, un vero e proprio distretto, producono calzature.

Stiamo collaborando con una piccola impresa familiare, che ha colto la sfida e sta modellando con noi dei prodotti apportando alcune piccole modifiche alla produzione già realizzata. Sono sandali, e facciamo piccoli passi.

Per caso è nata l’idea di collaborare con un altro progetto e di presentare il prodotto in modo avvincente, in una confezione utile, sostenibile, riutilizzabile… ed ecco che si fondono due progetti!!! I sandali di Dakar confezionati in splendidi sacchetti realizzati a Douala, in Camerun, all’interno del carcere grazie al supporto di Ingegneria Senza Frontiere Milano, COE di Barzio  e con il sostegno del Ministero Affari Esteri. Un passo per volta (si tratta di sandali) .. ma siamo sicuri di farne molti!

#senegal #lastbutnotleast

https://www.facebook.com/AtelierPrisonDouala/

 

ENDA: riciclaggio artistico! Dalla lattina alla sedia..

Enda è una delle più grandi Organizzazioni Non Governative del Sud del Mondo. Attiva soprattutto in Senegal, ha la sua sede centrale a Dakar e opera in numerosi campi tra cui la protezione dell’ambiente e la realizzazione di infrastrutture.

Una sezione si occupa in modo particolare delmovimento EJT, quello dei bambini lavoratori che in Africa come in tutto il sud del mondo sono una realtà importante. Operando in Senegal, abbiamo cercato di conoscere alcuni di questi gruppi, stimolati anche dalla discussione sul lavoro minorile che si è sviluppata in Italia negli ultimi anni.

In particolare all’interno di Enda Ecopole, una delle strutture storiche dell’organizzazione, si sono sviluppati alcuni atelier artigianali nei quali, grazie al supporto di alcuni formatori, ragazzi che spesso cercavano di racimolare qualche centesimo sulla strada ora hanno la possibilità di percepire un piccolo reddito realizzando oggetti in materiale riciclato, in un ambiente sereno e sicuro.

L’atelier punta al miglioramento tecnico degli allievi, in modo che abbiano la possibilità di guadagnare un po’ di soldi lavorando, anziché frequentando “la strada” e stimola la riflessione sull’essere cittadini in una grande città africana.

Gli acquisti da parte di Karibuny di modellini di auto e giochi in fil di ferro e latta sono iniziati nel 2004 e continuano tutt’oggi.

 

SAINT BLAISE STATUES: 80 mani e splendide statue in gesso

Il gruppo Saint Blaise Statues è una scuola di formazione aperta a tutti i giovani, in particolare quelli del villaggio di Savoigne, a pochi km dalla bellissima città di Saint Luis, nel nord del Senegal. Il centro offre un percorso che punta a promuovere lo sviluppo economico e umano dei ragazzi, cercando nel contempo di lottare (nonostante le scarse risorse) contro l’esodo rurale.

Attualmente è frequentata da 20 ragazzi, cristiani e musulmani, che originariamente non erano artigiani ma contadini. Purtroppo, in un contesto in cui l’agricoltura è prevalentemente di sussistenza e non è in grado di provvedere alle necessità di un’intera famiglia, la situazione è molto precaria, ed è importante che i ragazzi possano imparare un lavoro alternativo.

Saint Blaise Statue è nata appunto per cercare una soluzione a questo secolare problema ed è stata creata per la volontà di un missionario italiano, P. Emanuele Zanaboni, che nel 1996 si lancia nella particolare sfida di creare una scuola per la produzione di articoli religiosi in gesso e terracotta.

Le uniche entrate del centro provengono dalla vendita dei prodotti e, pagati gli stipendi che permettono ai giovani di mantenere la propria famiglia, una parte viene destinata a un fondo che servirà a realizzare il “grande atelier”, di cui quest’anno abbiamo visto il rustico e che dovrebbe permettere di passare da una fase sperimentale ad una di vera produttività autosostenibile.

La produzione, in gesso o terracotta, è varia:presepi, natività, crocefissi, statue religiose di vario tipo e dimensioni e negli ultimi anni anche gadgets per i musei di Dakar o per i negozietti di souvenir di alcune località turistiche come l’isola di Gorèe.

Il contatto di Karibuny con questa realtà è avvenuto nel 2005. La relazione che si è instaurata è molto bella e la cosa più importante è stato notare che la continuità è molto importante per i ragazzi del centro, che vedono apprezzata la loro professionalità e la loro cura dei particolari.

 

GLI ARTIGIANI DEL MALI: l’arte di lavorare il cuoio

Mohamed Ali e la sua famiglia sono tra i partner storici di Karibuny, ci sono stati presentati infatti dagli amici di Yaakaar agli albori della nostra collaborazione. Si tratta di una famiglia di artigiani provenienti dal Mali e immigrati a Dakar circa 15 anni fa, che abita e lavora proprio davanti al Villaggio Artigianale, uno dei luoghi preferiti dai turisti in cerca di regali e souvenir.

Il loro laboratorio a gestione familiare, in cui lavorano anche altre quattro persone, produce splendidi articoli in cuoio tra i quali bauli, portadocumenti, sedie, mobiletti e i portagioie amatissimi dalle spose italiane!

L’abilità e il gusto artistico di Mohamed Ali e dei suoi figli sono pari solo alla loro cordialità. Il momento dell’ordine si trasforma sempre in un lungo pomeriggio passato insieme a conoscersi sorseggiando tè, seduti nel loro piccolo e pienissimo atelier!

 

SOURDART: splendide e solidali terracotte

Abdolaye e Mariama sono sordomuti. Nonostante ciò, non si sono rassegnati al ruolo in cui spesso vengono relegate molte persone disabili che vivono a Dakar, ovvero fare l’elemosina. Vivono con i loro 3 figli (la piccola Kadji è appena arrivata!) nel quartiere di Patte D’oie a Dakar, dove li abbiamo scoperti per caso! Il primo contatto è stato con un SMS al numero ricevuto alla Adepme di Dakar… e subito l’invito ad andare a visitarli per avere due enormi, bellissime sorprese.

La prima è la loro umanità, che con i loro sorrisi fa rizzare i peli a chiunque li conosce per la prima volta (ma anche a chi ormai è abituato a vederli spesso). L’acconglienza in casa loro è fatta di gesti semplici, come il comunicare imparando un po’ di linguaggio dei muti, un po’ con appunti scritti sul block notes, un po’ leggendo il labiale e interpretando le parole pronunciate con difficoltà, mezzo in francese e mezzo in wolof.

La seconda, grande sorpresa, è stata visitare il loro atelier e vederli lavorare. Prodotti bellissimi, che farebbero venire voglia di caricare container al volo! E mani esperte che, partendo dalla terra, producono argilla, la lavorano e la modellano, la colorano, la arricchiscono con intagli e decorazioni.

Dopo una piccola importazione di prova, realizzata nel 2013, abbiamo avuto l’occasione di ospitare Abdoulaye in Italia nel 2017. E come sempre continuiamo a sviluppare prodotti con loro

 

Ngakham: da una palma frutta e cesti

Nel 2015 Karibuny ha avviato una collaborazione con l’Associazione delle donne del Villaggio di Ngakham, poco a nord di Tivuavouane. Il villaggio, che conta poco meno di 2000 abitanti, basa la sua economia sull’agricoltura e sull’artigianato ed è terra di forte emigrazione: gran parte dei giovani si sono infatti spostati verso Dakar e verso altri paesi alla ricerca di migliori condizioni di vità. Ciò espone la popolazione, prealentemente femminile, alla dipendenza dalle rimesse dei loro familiari. Grazie alla collaborazione con Karibuny, che importa cesteria e arredamento per la casa, si garantisce un’integrazione di reddito alle oltre 150 famiglie del villaggio e la possibilità di aprire un fondo di rotazione per investimenti comunitari

GANNA GADIAGA e I LAOBE’: da un pezzo di legno può nascere…

Ganna Gadiaga è un giovane senegalese che abita con la famiglia e i parenti nel quartiere di Bop, a Dakar (Senegal). E’ un Laobè, per tradizione impegnato a lavorare il legno e produrre oggetti di artigianato e strumenti musicali.

La prima cosa che colpisce di lui ogni volta che lo si incontra è il suo sorriso contagioso. E dopo il tradizionale invito a sedersi per fare due chiacchierare davanti a un buon caffè touba (un po’ speziato), il momento dell’ordine si trasforma in una piacevole giornata di chiacchiere!

Dopo aver acquistato un terreno a Dakar, Ganna con i suoi parenti e amici hanno iniziato a fare il loro lavoro: intagliare il legno. Oggi sono più di 50 le persone che producono artigianato, venduto principalmente ai mercanti del Villaggio Artigianale di Dakar e ultimamente acquistato anche da alcuni stranieri che sembrano apprezzare molto la professionalità di Ganna.

Nel 2002, quando abbiamo conosciuto questi artigiani appena trasferitisi a Dakar da Djourbel, eravamo i primi clienti “tubab” (bianchi ndr). All’inizio la nostra relazione è stata difficile, ma oggi sta dando notevoli risultati, soprattutto dal punto di vista della qualità dei prodotti, che oggi vengono sempre più apprezzati dai consumatori italiani.

Ganna e gli altri artigiani producono manufatti in legno: articoli di arredamento, statue, bomboniere, strumenti musicali e molto altro ancora.